CAMERA DI COMMERCIO: TENGONO INDUSTRIA E COMMERCIO, SOFFRONO COSTRUZIONI ED EXPORT
In aumento i segnali di indebolimento dell’economia ravennate. Guberti: “Pandemia, guerra, costi dell’energia, alluvione hanno posto all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove”
In aumento, nei primi mesi di quest’anno, i segnali di indebolimento dell’economia ravennate: se la produzione nell’industria manifatturiera inizia nel segno della crescita
(+6,6%), rallentano fatturato (+7,1%, a fronte del +9,3% del trimestre precedente) ed ordini (+3,7%). Si riduce, inoltre, complice la fine dei “superbonus”, il ritmo di crescita del volume d’affari a prezzi correnti del comparto delle costruzioni, che non va oltre il +0,7%.
Per il commercio al dettaglio in sede fissa, l’andamento è positivo e si registra un aumento tendenziale delle vendite pari a +2,7%, che però non corrisponde al passo dell’inflazione dei prezzi al consumo; si tenga comunque presente l’alta inflazione che ridimensiona i segnali positivi delle vendite a prezzi correnti.
Saldo e tasso trimestrali negativi per le imprese della provincia di Ravenna tra gennaio e marzo del 2023, seppur tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni; a conclusione del trimestre il tessuto imprenditoriale si è ridotto di -112 unità, pari a una variazione del -0,29% dello stock di imprese. Tuttavia, a fine maggio, la movimentazione al Registro delle Imprese registra un saldo netto positivo (al netto delle cancellazioni d’ufficio). Come prima analisi provvisoria, da gennaio a maggio, le cessazioni non d’ufficio (1.015) sono risultate inferiori alle nuove aperture (1.045); la movimentazione tra iscrizioni e cancellazioni volontarie, per il momento, genera un piccolo saldo positivo, pari a +30 unità, già però in peggioramento rispetto al saldo positivo del gennaio-maggio 2022 (era +65). La consistenza delle imprese registrate nella nostra provincia, a fine maggio 2023, si porta a 38.472 unità. Inoltre, per l’andamento congiunturale (rispetto a fine aprile del 2023) i dati sono improntati all’insegna della crescita (+0,2%). Le conseguenze derivanti dalla drammatica alluvione di maggio fanno però temere il peggio. Si attende la rendicontazione di giugno 2023, quando sarà possibile analizzare anche l’andamento dell’intero semestre dell’anno in corso.
“Pandemia, guerra, costi dell’energia, alluvione – ha sottolineato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna – non hanno semplicemente messo in pausa l’economia: il cammino delle imprese e quello dei cittadini non riparte da dove si era fermato. La crisi ha posto all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove. Ed è dalla storia delle nostre imprese, dal loro agire che Ferrara e Ravenna possono attingere e mettere in campo le loro energie migliori, quelle che le distinguono da tutti gli altri e ne fanno territori unici e ammirati: il saper fare, l’innovazione che non dimentica la tradizione, il turismo, la bellezza, la cultura, la solidarietà”.
Tornando alle analisi della Camera di commercio, la debolezza nei principali mercati di sbocco ferma la marcia dell’export delle imprese ravennati: nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno precedente, il primo scorcio del 2023 si chiude con un bilancio tendenziale negativo (-1,1%). In termini congiunturali, positivo invece l’andamento e rispetto all’ultimo trimestre del 2022, il gennaio-marzo del 2023 mette a segno una crescita del valore dell’export pari a +5,4%.
Per Prometeia – evidenzia, infine, l’ufficio Studi della Camera di commercio – la crescita del valore aggiunto della nostra provincia, nel 2023, sarà del +0,7%, con un profilo che, anche per il 2024, si manterrà basso.