INFLAZIONE, LA CRESCITA NON SI ARRESTA. PER CONFCOMMERCIO “C’È IL RISCHIO DI UN FORTE IMPATTO SU CONSUMI”
Prosegue anche a settembre la “volata” dell’inflazione, che fa segnare un aumento dell’8,9% su base annua (era +8,4% ad agosto) e dello 0,3% mensile (in questo caso c’è però almeno una frenata del ritmo di
crescita rispetto al +0,8% del mese precedente).
Sono i dati principali della stima preliminare diffusa dall’Istat che anche stavolta vedono i beni energetici come i principali “responsabili” dell’aumento dell’indice ma, a differenza dei mesi scorsi, con un trend in diminuzione contrariamente ai beni alimentari, seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.
Su base tendenziale i beni alimentari crescono infatti dell’11,5% (+10,1% ad agosto) e i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona aumentano da +4,6% a +5,7%.
Alla crescita dei prezzi contribuiscono, in misura minore, anche i beni non durevoli (da +3,8% a +4,7%) e quelli semidurevoli (da+2,3% a +2,8%).
Pur rallentando di poco, continuano a crescere molto i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) che non regolamentati (da +41,6% a +41,2%).
In frenata anche l’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).
Su base annua crescono i prezzi dei beni (da +11,8% a +12,5%), mentre è sostanzialmente stabile l’aumento di quelli dei servizi (da +3,8% a +3,9%).
Sui prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,6% a +11,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,7% a +8,5%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari non lavorati (+2%), dei beni semidurevoli (+1%), degli alimentari lavorati (+0,8%) e dei beni durevoli (+0,6%) ed è in parte frenato dal calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-4,2%).
Per quanto riguarda il cosiddetto carrello della spesa la crescita dei prezzi, su base annua, è dell’11,1%, ai massimi da quasi 40 anni, ossia da luglio 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +12,2%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l’indice generale e a +3,6% per la componente di fondo, mentre l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dell’1,7% su base mensile e del 9,5% su base annua.
Confcommercio: “c’è il rischio di un forte impatto su consumi”
“Il dato sull’andamento dei prezzi al consumo nel mese di settembre, seppure lievemente inferiore rispetto alle nostre stime, rappresenta un ulteriore tassello negativo all’interno di un quadro congiunturale in cui i segnali di rallentamento diventano sempre più concreti ed evidenti.
Le tensioni che da oltre un anno si avvertono sulle materie prime, energetiche e non, si stanno diffondendo all’interno del sistema, come segnala l’ulteriore crescita dell’inflazione di fondo che ha raggiunto il 5% su base annua”.
Così l’Ufficio Studi Confcommercio, per il quale “i timori di un ridimensionamento della domanda delle famiglie, e di conseguenza del Pil nella parte finale del 2022, sono supportati da un’inflazione che per i beni ed i servizi che compongono il cosiddetto carrello della spesa ha superato l’11%, valore che potrebbe ancora crescere già a ottobre in considerazione degli aumenti attesi per il prezzo dell’energia e del gas e per il parziale trasferimento dell’incremento dei costi subiti dalle imprese sui prezzi dei beni e dei servizi destinati al consumo finale”.