Occorre fare di più contro il caro energia
Se confrontiamo le spese energetiche di un anno fa, vediamo che gli aumenti sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas: se scendiamo più nel dettaglio gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18mila), dai ristoranti (+8mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4mila per entrambi)
di Mauro Mambelli*
A fine 2022 le imprese ravennati del commercio, del turismo e dei servizi spenderanno in energia in media esattamente il doppio forse il triplo rispetto all’anno precedente. Non è più una previsione, ma una
certezza.
Mi sento di lanciare un appello ai nostri amministratori (in primis Comuni e Regione) e a tutti coloro che saranno impegnati nella campagna elettorale per concorrere ad un posto di deputato e senatore perché il problema del caro energia è diventato per le aziende prioritario e non più procrastinabile.
Se confrontiamo le spese energetiche di luglio 2021 e luglio 2022, vediamo che gli aumenti sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas: se scendiamo più nel dettaglio gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18mila), dai ristoranti (+8mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4mila per entrambi).
Stessa musica per il gas, con il settore alberghiero a +15mila euro e ristoranti a +6mila, mentre per bar e negozi il rincaro annuale si situa tra il 120% e il 130%.
Dunque, il costo dell’energia e dei carburanti (dall’inizio della pandemia al giugno scorso i prezzi alla pompa di benzina e gasolio per autotrazione sono aumentati, rispettivamente, del 30% e del 35%, per gli autotrasportatori la spesa annua è arrivata oltre quota 55mila euro) non solo continua a pesare enormemente sui bilanci delle imprese, ma è destinato a crescere ulteriormente a seguito delle nuove restrizioni nelle forniture di gas dalla Russia.
A conferma di tutto ciò, c’è anche l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2022. Quest’anno le spese obbligate raggiungeranno quota 42,9% sul totale dei consumi, il valore più alto di sempre. Tra consumi e spese obbligate c’è da sempre, com’è ovvio, un rapporto molto stretto. Affitti, bollette e assicurazioni varie, hanno un peso importante nell’economia delle famiglie e determinano, insieme all’inflazione, l’andamento dei consumi.
Secondo l’analisi, si rischia un forte rallentamento, soprattutto dopo l’estate, a causa dell’impatto sul potere di acquisto delle famiglie dell’inflazione (prevista intorno al 7% nel 2022), degli aumenti dell’energia e delle spese obbligate.
Il caro energia sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del commercio, turismo e servizi e sull’inflazione. Per contrastare questi rincari occorre una risposta europea così come è necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta per le imprese non “energivore” e non “gasivore” e riduca in maniera più consistente gli oneri generali di sistema e le accise sui carburanti”.
Un segnale positivo, e questo lascia ben sperare, ci arriva dai dati del Registro Imprese della CCIAA sulle aperture e chiusure delle imprese sul nostro territorio nel secondo trimestre del 2022: 516 nuove aperture contro 303 chiusure di imprese. Oggi il totale delle imprese in provincia di Ravenna è ancora sotto la soglia preCovid, ma il trend positivo ci indica anche che la vivacità imprenditoriale sta, seppur lentamente, crescendo.
Dobbiamo tutelare questa ‘crescita’, combattendo il caro energia.
*Presidente Confcommercio provincia di Ravenna