da il Resto del Carlino 23 marzo 2018
L’INTERVENTO
Salviamo i negozi di vicinato
di PAOLO CAROLI*
LO SCORSO anno le imprese in provincia di Ravenna, secondo i dati del Registro imprese della Camera di Commercio, hanno registrato un saldo negativo pari a -328 unità. Di positivo c’ è che le cessazioni si sono attestate ad un
livello molto basso rispetto agli anni scorsi, ma di negativo c’ è il livello minimo raggiunto dalle nuove iscrizioni. In sostanza, ci sono state meno chiusure di attività ma di nuove aperture ce ne sono state poche e quindi il tasso di variazione è rimasto negativo, attestandosi ad un meno 0,29%. Il calo è meno accentuato rispetto al periodo 2012-2013 quando risultava attorno al -1,0%. Se guardiamo ai territori della provincia, risultano tutti in flessione tranne Cervia: nell’ area di Ravenna -118 imprese, nella Bassa Romagna -106 unità e nella Romagna faentina -104 unità. Purtroppo da questi dati generali non emergono segnali incoraggianti per le imprese ravennati, confermati anche dall’ ultimo trimestre del 2017 che si chiude negativamente. Anche il tasso di crescita regionale rimane negativo seppur più contenuto, attestandosi nel 2017 al -0,14%. Al contrario, a livello nazionale il tasso di variazione nell’ anno è pari al +0,75%, quindi una crescita. Il commercio al dettaglio purtroppo non ha agganciato la piccola ripresa che pure c’ è stata nel corso del 2017, ha scontato la crisi dei consumi interni, della scarsa fiducia, dell’ eccesso di tassazione verso le famiglie e le imprese. A ciò dobbiamo sommare anche lo spauracchio delle clausole di salvaguardia con possibile aumento Iva già dal 2019 che sarebbe una sciagura.
Salvaguardare le piccole attività significa presidio del territorio, dare occupazione reale, reinvestire gli utili del territorio, salvaguardare le periferie e i centri storici, avere coesione sociale. Ma serve anche un microcredito agevole e semplice per supportare le aggregazioni di negozi, meno burocrazia con lo snellimento delle procedure, occorre ripensare alcune leggi (come la 41) perché diano aiuto vero ai piccoli imprenditori, servono benefici fiscali a favore delle imprese disposte ad investire nel meglio e lungo periodo. Da ultimo vogliamo sottolineare i forti timori per il PAIR 2020 che di fatto chiuderà i centri storici. È necessario senso di responsabilità da parte dei nostri amministratori perché se le cose non cambieranno le uniche ad essere penalizzate saranno le piccole e medie imprese, i piccoli negozi.
Perché non mettere a loro disposizione, come compensazione, gli oneri di urbanizzazione delle Gdo e delle medie strutture? In regione, città come Parma la stanno attuando.
(*) Presidente Confcommercio.