SI “SPENGONO” LE LUCI DEI NEGOZI DEI CENTRI STORICI PRESENTATA INDAGINE DI CONFCOMMERCIO NAZIONALE
L’Ufficio Studi Confcommercio ha presentato un’analisi su come l’evoluzione delle attività commerciali, turistiche e dei servizi ha cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni. Messo in
evidenza il ruolo del commercio ambulante, gli effetti delle variazioni dei canoni di locazione e le proposte per scongiurare il rischio di desertificazione commerciale.
Negli ultimi 10 anni i negozi sono calati di quasi 63mila unità (-10,9%) a fronte di un aumento di quasi 40mila unità (+13,1%) di alberghi, bar e ristoranti e di una crescita del 77,6% del commercio on-line o porta a porta.
In particolare nei centri storici di 120 città medio-grandi, ad esclusione di Roma, Napoli e Milano che non sono state inserite nell’analisi, la riduzione dei negozi è stata dell’11,9%. Sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell’abbigliamento, mentre sono cresciuti gli esercizi legati alla tecnologia (Ict) e le farmacie. In forte crescita anche il commercio ambulante, in particolare al Sud, con fenomeni di rilievo a Palermo (+259%).
La scelta di abbandonare i centri storici è determinata soprattutto dagli alti canoni di locazione che inducono i commercianti a spostarsi verso le periferie.
Nell”analisi dell’Ufficio Studi si evidenzia anche il boom delle imprese commerciali straniere in Italia. Negli ultimi cinque anni, tra il 2012 e il 2017, sono infatti aumentate del 26,2% mentre le imprese commerciali italiane sono calate del 3,6%. In generale le imprese straniere registrate nel Paese, dunque sono solo quelle commerciali, sono aumentate del 23% a fronte di un calo del 2% di quelle italiane.
Nel complesso dell’economia gli occupati italiani sono aumentati, sempre negli ultimi cinque anni, dello 0,6% mentre quelli stranieri sono cresciuti dell’15,2%.
Sangalli: “Meno tasse e più incentivi per le imprese commerciali”
“Meno tasse e più incentivi per le imprese che hanno una attività commerciale o vogliono crearne una nelle città”. A chiederlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della presentazione dell’indagine sulla demografia d’impresa nei centri storici. Per Sangalli sono due le soluzioni da adottare: “Una cedolare secca sulle locazioni commerciali e una local tax che comprenda Imu, Tasi e Tari, totalmente deducibile”.