GIORNATA DELLA LEGALITA’ CONFCOMMERCIO ANCHE IN PROVINCIA DI RAVENNA
Si è svolta martedì 21 novembre è la quinta Giornata della Legalità, appuntamento annuale organizzato da Confcommercio per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia
reale e sulle imprese. La Giornata promuove e rafforza, come testimonia la storia di Confcommercio, la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. Un momento importante che fotografa anche come sono cambiati i fenomeni criminali (furti, rapine, estorsioni, usura, contraffazione, abusivismo) e quantifica il danno economico per le imprese del commercio e dei pubblici esercizi. La Giornata della Legalità, istituita nel 2013, vuole anche fare il punto a livello locale sui fenomeni che riducono la competitività del nostro sistema produttivo, alterando la regole del mercato e danneggiando le imprese del terziario di mercato. “Grazie al Protocollo antiabusivismo – dice il Presidente Paolo Caroli – sottoscritto con la Prefettura, i Sindaci dei Comuni di Ravenna e Cervia, la Camera di Commercio, le Associazioni di categoria, le Cooperative Bagnini quest’anno abbiamo raggiunto risultati molto soddisfacenti. Le operazioni delle forze dell’ordine di contrasto al mercato del falso, coordinate magistralmente dal Prefetto di Ravenna Francesco Russo, al quale va il mio personale ringraziamento per la sensibilità dimostrata e la professionalità, hanno raggiunto quel punto che per anni abbiamo auspicato ma mai raggiunto, di abusivismo zero sul litorale. I tanti blitz effettuati sia sulla spiaggia ravennate che cervese hanno avuto un effetto deterrente nella lotta all’abusivismo, il sequestro di migliaia di articoli contraffatti sono la dimostrazione che si può stroncare l’illegalità”.
Le finte sagre
“Ma sul territorio ci sono anche altri fenomeni illegali che meritano la nostra attenzione – sottolinea Caroli. Uno di questi riguarda le finte sagre: Ravenna è la quinta provincia in Emilia-Romagna per fatturato abusivo nel mercato della ristorazione con 37 milioni di euro. Al primo posto c’è Bologna con 81 milioni, poi Modena con 57 milioni, Rimini 42 milioni e Reggio Emilia 40 milioni; dopo Ravenna troviamo Parma, Forlì – Cesena, Ferrara e all’ultimo posto con poco più di 27 milioni Piacenza. Impressionante il dato globale della regione: questo settore vale in Emilia-Romagna poco meno di 400 milioni di euro e 136 milioni di euro di valore aggiunto. La perdita di gettito è quantificabile in 54 milioni di euro, secondo uno studio della Fipe Confcommercio (la Federazione nazionale che associa il più alto numero di esercizi pubblici): la perdita stimata di imposte dirette e contributi per la provincia di Ravenna è di circa 6 milioni di euro. Dietro la generica scritta ‘sagre’, troviamo di tutto: manifestazioni che non promuovono i prodotti tipici e non hanno legami col territorio, ma sono vere e proprie attività commerciali, il tutto con grave danno per tutti quei ristoranti che operano nel pieno rispetto della legalità. Più volte l’abbiamo definita come una sorta di somministrazione parallela che poco o nulla ha a che fare con le sagre propriamente dette, cioè quegli eventi enogastronomici con una riconosciuta valenza di tradizione. Oggi il fenomeno si è decisamente allargato. Non c’è solo la proliferazione delle ‘finte sagre’, ma assistiamo ad altre piaghe dell’abusivismo che sono in forte espansione e che stanno raggiungendo livelli preoccupanti come, ad esempio, i ristoranti in falsi agriturismi, i finti ‘home restaurant’, bar-ristoranti in circoli culturali e sportivi-ricreativi. Non è chiaro, ad esempio, se queste ‘finte sagre’ pagano la Tassa sui rifiuti, oppure l’imposta sulla pubblicità: i dati purtroppo non vengono forniti ed è impossibile sapere se vengono applicate le tariffe che normalmente pagano i ristoranti per la TARI (oltre 20 euro al mq) oppure se la pagano ridotta o addirittura non la pagano.
Abbiamo chiesto più volte alle Amministrazioni di contrastare questa illegalità diffusa, di approvare un regolamento a livello locale (oggi questo comparto non ha regole), così come previsto dalla legge regionale del 2013 che prevede la definizione di un regolamento e di calendario annuale delle sagre, in maniera che restino solo quelle ‘vere’ e senza fini di lucro. L’unico Comune della provincia che ha adottato un regolamento e un calendario delle sagre è quello di Faenza, tutti gli altri hanno optato al momento di non disciplinare il comparto. L’appello che lancia nuovamente Confcommercio provincia di Ravenna è di disciplinare un ‘comparto’ economico attualmente senza regole affinché restino solo le sagre ‘vere’ senza fini di lucro e si possa così contrastare il fenomeno delle ‘finte sagre’ così come quello dei fatturati abusivi sul nostro territorio”.
Sportello Abusivismo
“Infine, per continuare a sensibilizzare e a tenere alta per tutto l’arco dell’anno l’attenzione su un fenomeno come quello dell’abusivismo commerciale e della contraffazione, Confcommercio provincia di Ravenna, dal 2014, ha istituito lo “Sportello Abusivismo”: è un servizio, a titolo gratuito, che vuole favorire la raccolta di segnalazioni da parte di imprenditori e cittadini sulle attività abusive, di qualunque genere. Le segnalazioni – conclude Caroli – vengono poi trasmesse agli organi preposti a tale compito di controllo: è un incentivo a segnalare gli abusivismi, in una forma rapida e semplice, inviando un’email allo sportello.