SACCHETTI DI PLASTICA: MOLTE CONFERME E ALCUNE NOVITA’ UN VADEMECUM E ALCUNE ACCORTEZZE PER EVITARE SANZIONI
Una legge recentemente entrata in vigore ha confermato i divieti di circolazione degli shopper di plastica non riutilizzabili ed ha introdotto lo stop graduale, a partire
dal 1° gennaio 2018, dei sacchetti ultraleggeri richiesti a fini di igiene o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi che non rispettino i criteri di compostabilità.
In particolare viene confermato il divieto di circolazione degli shopper di plastica non riutilizzabili inferiori a certi spessori (200 micron di spessore per quelli alimentari con maniglia esterna, 100 micron per quelli a uso non alimentare sempre con maniglia esterna) e introdotto il divieto di cessione gratuita degli stessi (c.d. pricing). Confermata anche la libera circolazione (sempre a pagamento) per i sacchetti biodegradabili e compostabili ex norma Uni En 13423: 2002 e il quadro sanzionatorio (la competenza all’adozione delle sanzioni passa dalle Camere di Commercio alle Province).
La principale novità introdotta è lo stop graduale a partire dal 1° gennaio 2018 ai sacchetti di plastica ultraleggeri sotto i 15 micron di spessore, richiesti a fini di igiene o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi (es. ortofrutta) che dovranno essere non solo compostabili secondo la norma UNI EN 13432, ma contenere anche una percentuale crescente di carbonio biobased (secondo lo standard UNI CEN/TS 16640): almeno il 40% dal 1 gennaio 2018, il 50% dal 1 gennaio 2020 e non inferiore al 60% da gennaio 2021. Anch’essi poi potranno essere ceduti esclusivamente a pagamento.
Ulteriori novità riguardano le informazioni che devono essere rese ai consumatori e l’apposizione di diciture identificative delle borse commercializzabili da parte dei produttori.
Per rendere più agevole la comprensione delle disposizioni, l’Ufficio Ambiente di Confcommercio nazionale ha realizzato alcuni utili strumenti a disposizione delle imprese per difendersi dal mercato dei sacchetti “fuorilegge”.
I sacchetti di plastica stanno diventando, infatti, un business importante per la malavita e molto spesso vengono falsificati con diciture o apposizione di marchi non rispondenti alle norme di legge.
Le sanzioni possono essere molto pesanti anche nei confronti del commerciante che si è fidato del suo fornitore.
È opportuno, quindi, che chi commercializza tali sacchetti si accerti della conformità degli stessi già al momento dell’acquisto, anche facendo firmare al proprio fornitore una dichiarazione – come quella suggerita da Confcommercio nazionale – che attesti la rispondenza dei sacchetti alle norme di legge; altri materiali utili sono poi una miniguida su come riconoscere il sacchetto commercializzabile e un opuscolo illustrato redatto in collaborazione con ASSOBIOPLASTICHE.
Tutti questi materiali sono scaricabili cliccando sui link forniti di seguito: